All’interno del padiglione 26 dedicato alla Motorvalley, si ripercorre il contributo fornito dalla WEBER all’evoluzione tecnologica in ambito powertrain
Il patrimonio storico-tecnico della WEBER, storica azienda nata a Bologna nel 1923 e confluita in Magneti Marelli nel 1986, viene raccontato nell’ambito del padiglione 26 al Motor Show di Bologna (dal 6 al 14 dicembre) all’interno dello stand Archivio Storico Magneti Marelli - sezione Weber Bologna.
Il padiglione 26 è dedicato alla Motorvalley e raccoglie le eccellenze automotive dell’Emilia Romagna che tanto hanno dato alla storia dell’automobile. Fra queste, i visitatori potranno ammirare le principali soluzioni tecnologiche della WEBER prima e di Magneti Marelli Powertrain poi, che hanno segnato l’evoluzione dei sistemi di controllo motore, dai carburatori all’elettronica, fino ad arrivare all’ibrido-elettrico.
Si parte dagli anni ‘20-‘40 del 1900 con l’innovativo “carburatore a cassetta”, chiamato così per la sua forma, sviluppato per i motori da competizione di allora e per le vetture di serie come, per esempio, le FIAT 501 e 505. Negli anni ’40-’60 nascono i carburatori per le competizioni con doppio corpo orizzontale, utilizzato in alimentazione singola, cioè con un condotto di aspirazione dedicato ad ogni cilindro, e poi adottati anche per le versioni di serie. Fra gli anni ’60 e ’80 esordisce l’iniezione meccanica ed è inaugurato lo stabilimento di Crevalcore (1973). Negli anni ’80-’90, si avvia la produzione dell’iniezione elettronica per le vetture di serie e, nel 1986, la Weber entra in Magneti Marelli. Si arriva agli anni ’90-2000 con la realizzazione del primo cambio robotizzato per la produzione di serie dopo i successi di questa tecnologia nella Formula 1. Con gli anni 2000-2014 si apre la nuova frontiera: l’ibrido-elettrico con tecnologie derivate dal KERS utilizzato nella Formula 1.
Queste fasi storiche rappresentano alcune delle principali pietre miliari della tecnologia dei motori, molte delle quali nate proprio negli stabilimenti WEBER di via del Timavo 33 a Bologna e di Crevalcore.